Musei ed educazione

 

La realtà dei musei italiani è estremamente variegata, sotto molti punti di vista. Ciascun museo rappresenta una realtà a sé stante, che richiede interventi specifici e mirati.

In particolare, la capacità del museo di comunicare se stesso al pubblico, o meglio ai diversi suoi “pubblici”, e la qualità di questa comunicazione sono aspetti troppo spesso lasciati al caso.

Credo che comunicare un museo significhi soprattutto comunicare i suoi contenuti, le sue collezioni … dunque, comunicare è prima di tutto educare, mediare e trasmettere conoscenze.

L’educazione si gioca in uno spazio fisico, quello del museo, che è anche e soprattutto uno spazio di relazione, quella tra il museo e il visitatore.
Per questo è fondamentale curare l’accoglienza del visitatore dal suo primo ingresso nella struttura: la qualità dell’accoglienza (che non è solo “gentilezza”) e l’organizzazione dei servizi ad essa deputati sono fondamentali nell’instaurare un primo positivo rapporto.

Devono poi seguire i servizi: cosa offro io al mio pubblico, dopo la prima accoglienza e l’orientamento iniziale? Solo oggetti esposti in un allestimento più o meno gradevole, più o meno moderno? Solo materiali informativi, magari un catalogo?

Ciò che crea un rapporto stretto e vivo tra il pubblico e il museo sono proprio i servizi educativi, quei servizi che si occupano di trasmettere le conoscenze specifiche sul museo e che rendono chiari al visitatore gli aspetti che differenziano quel museo dagli altri.

Sono questi servizi quelli capaci di creare un rapporto di fidelizzazione, quelli che, se ben progettati e curati, portano il visitatore a tornare, sono questi i servizi capaci di avvicinare chi al museo non entrerebbe mai.


educazione per chi

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©2007-2013 Irene Di Ruscio