A proposito di resilienza ...

I Beni culturali e l’arte in Italia vivono anni (almeno un decennio, direi) di paradosso.
Se da una parte se ne sente parlare sempre più come arma di riscatto per l’Italia, capace di trainare efficacemente il nostro Paese fuori dalla grave crisi iniziata nel 2008, dall’altra, nei fatti, il settore non rappresenta più per molti specialisti, non dico una fonte certa di lavoro, ma almeno di dignitoso sostentamento. Leggi di più …

 

A proposito di resilienza ...

 

I Beni culturali e l'arte in Italia vivono anni (almeno un decennio, direi) di paradosso.

Se da una parte se ne sente parlare sempre più come arma di riscatto per l'Italia, capace di trainare efficacemente il nostro Paese fuori dalla grave crisi iniziata nel 2008, dall'altra nei fatti il settore non rappresenta più per molti specialisti, non dico una fonte certa di lavoro, ma almeno di dignitoso sostentamento.

Le collaborazioni si fanno sempre più rare e assai modeste sotto il profilo del riconoscimento economico; i bandi si rivelano sempre meno onesti (o poco pagati, o pilotati, o entrambe le cose); il volontariato dilagante, giustificato dalla necessità di dare occasioni di apprendimento ai giovani universitari o agli studenti delle scuole superiori sottrae lavoro ai professionisti per non pagare e non investire risorse nella cultura; il clientelismo bieco e diffuso (politico o lobbistico, che sia) continua imperterrito a nutrire percorsi che conducono alla mediocrità (altro che merito!).

Tutto ciò ha negli anni strangolato un settore che avrebbe potuto vedere un mercato del lavoro libero professionale estremamente vivace, attivo, proficuo per tutti, perchè capace di conseguire alti livelli di qualità, che avrebbero potuto positivamente riflettersi sul benessere della società italiana.

E' doloroso e insieme incredibile dover ammettere che in Italia non si possa vivere del solo lavoro libero professionale nei beni culturali, soprattutto quando non si ha appena una laurea di settore, ma più titoli di specializzazione e un'esperienza ventennale condotta con livelli di competenza specialistica e rincorrendo il lavoro ovunque si prospettasse, oltre a pubblicazioni, docenze universitarie, parecchia inventiva, capacità progettuali e di gestione dei progetti e tanta voglia di lavorare (per i curiosi: chi sono; curriculum; pubblicazioni; convegni e seminari; etc.).

E' incredibile, ma vero. Vedo colleghi desistere e intraprendere percorsi diversi, talvolta radicalmente diversi, in regioni estremamente attive del nord Italia, figuriamoci facendo base - per quanto con estrema mobilità su tutto il territorio nazionale - in Abruzzo. 

Beh, io non mollo di certo, ma diciamo che il persistere di questa situazione mi ha indotta a spostare per un poco il centro della mia attività, in attesa di tempi migliori. Dal settembre 2017 (a seguito del concorso 2016), sono entrata di ruolo in provincia di Pescara come docente di storia dell'arte nei licei e istituti superiori.

Questo nuovo lavoro, che si sposa solo con alcune tra le competenze maturate in tanti anni, non mi permetterà di esprimere al meglio quelle più specialistiche, ma di certo non potrà annullarle. Per questo, continuerò a coltivarle e a metterle a disposizione, anche se a tempo parziale e in forma meno strutturata di quanto abbia fatto nei miei 16 anni di studio professionale.

Contemporaneamente, prosegue la mia attività di docente universitario a contratto presso l'Università D'Annunzio di Chieti, per cui, a breve - come di consueto - sul sito compariranno notizie circa le iscrizioni per il semestre in ingresso.